Quando andare in Perù
Il mio primo viaggio in Perù é capitato a metà marzo verso la fine del periodo delle piogge, indicativamente da novembre a marzo, che é sempre un un'incognita per il meteo. Ovviamente, essendo ancora bassa stagiona, si ha il vantaggio di poter usufrire di prezzi molto vantaggiosi e di visitare il Paese in un momento in cui il numero di turismo é inferiore rispetto all'alta stagione. Il tasso di umidità é più elevato ma le temperature sono gradevoli e non eccessivamente fredde mentre la vegetazione cresce verde e rigogliosa prima di ingiallire nella stagione più secca.
C'é comunque da mettre in conto la possibilità di trovare giornate di pioggia oppure nuvolose, il che potrebbe essere una gran delusione se, una volto raggiunto il sito di Machu Picchu si dovesse poi scoprire che tutta la cima é avvolta dalle nuvole che ne impediscono la visivilità. Uno scenario assai pittoresco ma decisamente fastidioso.Per ridurre questo rischio si potrebbe mettere in conto di rimare in questa zona più giorni oppure preferire il periodo che va da aprile ad ottobre quando le temperature si abbassano ma il rischio piogge é minore.
Io sono stata fortunata, il tempo é stato clemente e l'itinerario si é svolto comunque senza particolari intoppi.
Come affrontare l'altitudine
Quasi per puro caso, prima di questo viaggio, mi era già capitato di dover "testare" la mia capacità di adattamento all'altitudine in altre occasioni. Io sono prevalentemente un'amante del mare ed un po' meno della montagna ma, per tutta una concomitanza di eventi, ho affrontato vette oltre i 3.000 ed i 4.000 sia sulla catena Himalayana sia in altre zone del Sudamerica con la mia tappa più in alto a 5.300 metri, decisamente una bella quota.
Da queste parti usano masticare foglie di coca per alleviare i problemi del "mal di montagna" ma ho provato anche delle tisane locali che più che un effetto ampiamente digestivo non ritengo siano state particolarmente influenti sulla questione. Semplicemente ho capito che non soffro il mal di montagna ed il mio corpo si adatta molto facilmente.
Un consiglio che mi sento di dare é quello di non sottovalutare mai questo rischio e valutare attentamente viaggi ad altitudini elevate in base alle proprie condizione fisiche. Pianificare un itineraio con dislivelli che aumentano gradualmente aiuta moltissimo nell'acclimatarsi. In caso non fosse possibile é sempre bene rallentare i ritmi ed ascoltare il proprio corpo, bere tantissima acqua, evitare gli acolici e preferire cibi leggeri per rendere molto più facile la digesione. Su questo poi parleremo di alcuni piatti "leggeri" della zona.
Lassù dove volano i Condor
Vivono in piccoli gruppi e costruiscono i loro nidi nelle rocce, per loro l’altitudine non è un problema, anzi amano volare tra le alte montagne della catena andina, il loro regno. I condor sono impressionanti rapaci capaci di volare per ore nonostante siano tra gli uccelli più pesanti del mondo. Il Canyon del Colca è considerato il secondo Canyon più profondo del mondo e forse per questo i grandi condor lo hanno scelto come luogo ideale per nidificare e librarsi nell’aria. Raggiungere la valle del Colca può essere un po’ impegnativo per il passaggio obbligato dei 4.910 metri del Mirador de los Andes ma lo spettacolo della valle circondata da imponenti montagne vale assolutamente il viaggio. Vista nel periodo più umido questa zona è verdissima e piena di fiori con spettacolari nuvole che, entrando all’interno del Canyon, creano degli effetti molto suggestivi. La zona si presta molto per diversi percorsi da fare a piedi per raggiungere il punto più panoramico Mirador Cruz del Condor dove non nascondo la mia delusione nel non essere riuscita a vederne nemmeno uno. Ma, quando meno te. lo aspetti, ecco che sulla via del rientro un gruppo di almeno una decina di condor inizia a volare sulle nostre teste disegnando cerchi nel cielo, come a salutarci e ringraziarci della nostra visita.
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Il mistero di Machu Picchu
Il Perù è un Paese affascinate e ricco di misteri, dalle Linee di Nazca a Machu Picchu ci sono ancora parecchie domande a cui dare ancora una risposta, tante ipotesi ed altrettante leggende. La maggior parte delle persone è convinta che Machu Picchu si trovi ad un'altitudine elevata, in realtà sono "solo" 2.400 metri che, se messi in confronto con le altre tappe, risultano decisamente più leggeri.
Il viaggio che, da Ollantaytambo porta Aguas Calientes, anticipa già il fascino di questa regione, il tragitto viene percorso su un caratteristico treno famoso per le vetrate posizionate sul tetto, questo permette di avere un'ampia visuale della vallata. La strada che da Agua Calinentes porta al sito di Machu Picchu si può percorrere con un bus oppure per i più atletici con una bella camminata attraverso la foresta. Una volta entrati nel sito archeologico la prima visuale è a dir poco mozzafiato e si ha subito l’impressione di essere arrivati in un luogo misterioso. Pur avendo contingentato gli ingressi il numero di visitatori è sempre impressionante, vi consiglio di non soffermarvi a fare la fila appena entrati per trovare lo scatto perfetto, andando avanti lungo il percorso troverete molti altri punti dove immortalare Machu Picchu sbizzarrendovi sulle angolazioni. Uno degli aspetti più rischiosi ma allo stesso tempo più spettacolari sono le nuvole, viaggiando alla fine del periodo delle piogge possono essere fastidiose e limitare la visibilità ma a volte possono regalare anche uno scenario sorprendente ed ancora più magico. Comunque sia Machu Picchu vi rimarrà nel cuore.
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Curiosità culinarie
Ho sempre pensato che dalla cucina di un paese si possano percepire immediatamente una buona parte di storia e tradizioni, per questo amo addentrarmi nei mercati per sbirciare tutto quello che viene venduto sulle bancarelle che, in questa zona del mondo, sono particolarmente colorate. Nella cucina tipica l’immancabile quinoa, patate, riso, pollo, manzo, maiale e mais di varia grandezza, una bevanda assolutamente da assaggiare è la tipica chica morada ricavata dal mais viola. La zona del lago Titicaca è famosa per la trota mentre la ceviche di pesce crudo marinata nel lime si trova un po’ in tutte le principali città. Come dolci buonissimi i picarones, frittelle di zucca o patate dolci. A fine pasto va assaggiato il pisco, un’acquavite peruviana che è base anche del cocktail pisco sour, da sottolineare che tra il Perù ed il Cile c’è una piccola diatriba per decidere di chi sia l’esatta appartenenza del pisco, ma a noi poco importa, assaggiatelo, ne vale la pena.
Per ultimo vi parlo del piatto più curioso ed importate, el cuy! Eh si proprio lui, il porcellino d’india che qui viene considerato una prelibatezza ed un piatto delle feste, lo so fa un po’ impressione, specialmente se servito con la testa e tutte le zampe. Devo essere sincera, la prima volta me lo hanno servito in spezzatino e l’assaggio non è stato particolarmente difficile, la seconda con tutto il cuy servito nel piatto mi ci è voluto un po’ ma é andata comunque bene.
In questo strano piatto è racchiusa molta della storia di questo paese, il cuy infatti è stato allevato dagli Incas per più di 5.000 anni prima che venissero importati polli, manzi e maiali dai conquistatori ed era considerato un piatto per le occasioni speciali. Una curiosità, nella cattedrale di Cuzco c’è un dipinto dell’ultima cena in cui Gesù ha un cuy come piatto da dividere con i suoi discepoli.
Cosa porto in valigia
Essendo molto amante della cucina dei vari paesi dei mondo anche in questo viaggio non mi sono lascita sfuggire l'occasione di fare acquisti di ingredienti per i miei piatti. Fondamentale sono state le tappe al mercato di Arequipa ed il Mercado San Pedro di Cuzco dove ho fatto una bella scorta di quinoa, mais essicato e qualche spezia locale.
Nella mia valigia sono finiti anche due tori di Pucarà, arrivati a casa fortunatamente intatti, oggetti che vengono venduti sempre in coppia, fatti di terracotta o argilla ed hanno la caratteristica di proteggere la casa e portare buona sorte. Il Perù é anche molto famoso per i tessili fatti a mano e per la lana di alpaca, ho messo quindi in valigia anche un bel poncho e coloratissimi tessuti che, in inverno, oltre a riscaldarti rallegrano la giornata.
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